Sulle orme di Massimo Troisi a San Giorgio a Creamano

Ricomincio da tre, No grazie il caffè mi rende nervoso, Non ci resta che piangere, Il postino, sono solo alcuni dei titoli cinematografici che hanno fatto la fortuna dell’ormai compianto Massimo Troisi. Questa volta, la curiosità di visitare i luoghi dei film ci ha portati a pochi chilometri da casa, sulle orme del famosissimo attore napoletano che ci ha strappato tanti sorrisi con le sue battute e le mimiche facciali. La sua città natale, San Giorgio a Cremano, gli ha dedicato un museo, una statua e una serie di opere di street art. Noi ci siamo messi sulle sue tracce ed abbiamo scoperto in che modo l’attore viene ricordato dai suoi concittadini. 

Un po’ di Massimo Troisi

Massimo Troisi nasce nel 1953 a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, e già all’età di 15 anni inizia a calcare il palco nella parrocchia della chiesa che era solito frequentare. Proprio lì conosce quello che sarà il suo compagno di avventure Lello Arena, spalla teatrale e cinematografica. Quando al duo si aggiunge Enzo Decaro, è il momento di fare il salto di qualità e lasciare il palco della parrocchia, ormai non più adatto alle tematiche d’avanguardia dei loro testi: prendono un garage in affitto per fondare il Centro Teatro Spazio e dare vita così a quello che prenderà il nome del gruppo teatrale La Smorfia, che ben presto otterrà successo a livello nazionale sia in campo teatrale che televisivo. I primi anni ’80 vedranno lo scioglimento della compagnia per divergenze tra Troisi e Decaro, per dare così inizio alla carriera cinematografica di Massimo, che terminerà con la sua morte nel 1994.



Il museo ” A casa di Massimo Troisi”

Il museo che raccoglie alcuni oggetti della vita di Troisi si trova in uno dei locali di Villa Bruno a San Giorgio a Cremano, ed è aperto solo il sabato e la domenica delle 11:30 alle 13:30. La nostra visita infrasettimanale non ci ha permesso di visitarlo, ma ci siamo ripromessi di ritornarci presto per completare questo tour.

Le panchine dipinte

Girovagando per le strade di San Giorgio a Cremano, è facile notare in panchine di cemento sulle quali sono dipinte le più famose scene dei film e degli spettacoli teatrali di Massimo Troisi. Queste opere, a firma Peppart, sono dei veri e propri graffiti in stile deformed che ritraggono l’attore insieme alle sue spalle cinematografiche più famose. E così che puoi imbatterti nella scena del Minollo, nel film Il Postino, in compagnia di Pino Daniele in Pensavo fosse amore invece era un calesse, o la scena dei 50 giorni da orsacchiotto. Puoi trovare queste panchine in due strade ben precise di San Giorgio a Cremano: via De Lauzieres e via Manzoni. Sono facilmente riconoscibili e, come è ovvio che sia, utilizzate dalle persone per riposarsi o trovare un attimo di pausa dai propri impegni.

Panchine Massimo Troisi graffiti

Il murales di Jorit

Chi non conosce Jorit, il famoso artista urbano che, con la sua street art, ha voluto omaggiare il grande Massimo Troisi. Con la sua arte dallo stile realistico, ha dipinto una intera facciata del complesso sportivo Palaveliero (sito in via Manzoni) con alcune scene dei film quali Non ci resta che piangere, Il Postino e Ricomincio da tre. L’opera ha davvero un forte impatto visivo, soprattutto per il tratto che distingue il suo modo di rappresentare i volti e le espressioni. Sulla facciata della struttura che affaccia sulla strada, potrai percorrere l’intero marciapiede ammirando la grande opera d’arte.

Graffito Jorit Massimo Troisi

La statua e la casa natale

L’ultima opera in linea temporale è la statua di bronzo de Il Postino nella piazza dedicata alla memoria dell’attore. In piazza Massimo Troisi si erge la figura immortalata nel metallo di un Massimo che regge con una mano la bicicletta, mentre con l’altra tocca la tracolla della vecchia borsa in pelle contenente le lettere. Il vistoso cappello da postino completa la figura che tutti abbiamo visto nel film. Alle spalle della statua è stata anche ridipinta la facciata del palazzo ricostruito, a simboleggiare il vecchio edificio crollato negli anni ’70 dove l’attore nacque e trascorse la sua infanzia. La targa commemorativa in suo onore affissa alla facciata purpurea, completa l’omaggio al grande artista con la seguente frase “In questo luogo sorgeva palazzo Bruno, demolito negli anni ’70, dove nacque il 19 febbraio del 1953 il grande artista Massimo Troisi. Massimo Troisi: un intellettuale che ha restituito nobiltà all’animo meridionale. Ettore Scola”.

Statua Massimo Troisi

La prima scena del film Ricomincio da tre

Entrando dall’ingresso principale di Villa Vannucchi dal lato di via Roma, dopo pochi passi all’interno dell’androne del palazzo basta girarsi ed osservarne la facciata (ormai restaurata e rimessa a nuovo) che ti riporterà subito in mente la prima scena del film Ricomincio da tre. Ti sembrerà di sentire la voce di Lello Arena che urla “Gaetanoooo… Gaetanoooo… Gaetà…” e vedere Massimo scendere di corsa le scale e dire “Ma che sangue da’ miseria allucchi ‘a fa ‘e chesta maniera vulesse sapè!“. E non puoi evitare di sorridere e commuoverti allo stesso tempo, per la semplicità, la comicità, ma allo stesso tempo la forza espressiva del suo essere artista.

Teatro Massimo Troisi

Il Centro Teatro Spazio e l’inizio del successo

Dopo la parentesi del palco parrocchiale, il Centro Teatro Spazio fu la prima vera esperienza professionale di Troisi. Insieme alla coppia di attori Arena/De Caro, inizierà quello che poi sarà il percorso che lo porterà sui grandi palchi teatrali, in tv, ed infine al cinema. Ma dove si trova il Centro Teatro Spazio? A poca distanza da piazza Massimo Troisi, in via San Giorgio Vecchio al civico 31 puoi trovare il vecchio garage che diede vita al mito di Massimo Troisi. Ora è presente l’accademia teatrale Uno Spazio per il Teatro, che tra l’altro nel 2021 ha rischiato anche la chiusura definitiva per inattività e spese cumulate a causa della pandemia, e proprio di fianco è nata una associazione culturale che mette in scena artisti emergenti, proprio così come iniziò il grande Massimo.

 

Massimo Troisi ha probabilmente cambiato il modo di far sorridere, non dimenticando però gli insegnamenti dei grandi maestri della comicità. Il suo sorriso amaro, nei confronti di una vita per cui non ci si sente mai all’altezza, è il ritratto di una generazione e della società. Trascorrere qualche ora alla scoperta di questo grande artista, è stato piacevole, soprattutto il rivivere le scene più belle dei suoi film. 

 

Vedi anche...