Qualcuno ha detto che “il Molise non esiste“, ma noi lo abbiamo trovato e ci ha stupiti. Desiderosi di lasciare i soliti itinerari, la scelta è caduta subito sul Molise. Ci siamo detti “partiamo alla scoperta del Molise on the road” e così, penna, taccuino da viaggio e pc alla mano, abbiamo dato vita al nostro diario di viaggio on the road in Molise.
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Il Molise non esiste: diario di viaggio on the road
Iniziando le nostre ricerche sul Molise, su cosa vedere, cosa fare e cosa mangiare, abbiamo scoperto che questa piccola Regione italiana è pregna di storia, natura incontaminata, ottima enogastronomia, e tante attività da fare non sempre presenti sui percorsi classici. Tre giorni in Molise possono sembrare sufficienti, ma il primo dubbio è: mare o montagna?
Tre giorni in Molise: cosa vedere, cosa mangiare, cosa fare
I tre giorni in Molise sono stati così suddivisi: i borghi, le Morge Cenozoiche e una puntata a Termoli sono il plan di viaggio buttato giù in pochi giorni. Come base abbiamo scelto un agrialbergo a Cercemaggiore in provincia di Campobasso, una struttura immersa tra il verde e le montagne, in una posizione che ci ha permesso di raggiungere facilmente le tappe previste.
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Giorno 1: alla scoperta delle Morge fino a Frosolone, la città dei coltelli
Poco prima di pranzo arriviamo a Bagnoli del Trigno, dopo circa due ore di viaggio tra i monti e le valli del Molise. Un piccolo borgo di poco meno di 700 anime in provincia di Isernia, che colpisce l’occhio non appena si arriva. Data l’ora, decidiamo per un veloce aperitivo nella piazza principale (ed unica) del borgo, ed un pranzo al sacco preparato al volo nella salumeria lì a fianco, che avremmo consumato dopo qualche ora all’ombra di una Morgia. L’ottimo aperitivo ci ha dato la carica per iniziare il nostro primo giorno di esplorazione del Molise. Il Campanile di San Silvestro è arroccato su uno sperone roccioso che sovrasta le abitazioni. Con la cupola del campanile a forma cipollina, salta subito all’occhio. L’accesso alla struttura avviene solo in determinati giorni dell’anno, durante particolari eventi. Il Castello Ducale Sanfelice è l’altra struttura più imponente del piccolo borgo: nato per scopi militari di guardia e di difesa. Entrambi sono ben visibili dalle valli e dai monti intorno al borgo, e sono un bel colpo d’occhio e un soggetto adatto agli appassionati di fotografia. Vaghiamo per un po’ nei vicoletti trovando begli scorci, piccole chiese e scambiando qualche parola con qualche anziano incuriosito dalla nostra presenza.
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Le Morge cenozoiche: i mausolei rocciosi provenienti dal mare
Antichissime, le Morge sono rilievi rocciosi di era Cenozoica (hanno almeno mezzo milione di anni) di natura marina, sollevatesi dai fondali durante la formazione degli attuali Continenti. Hanno un forte interesse paleontologico in quanto sono evidenti le tracce di fossili e conchiglie. In ere remote, queste formazioni rocciose sono stati insediamenti rupestri, con cavità scavate nella roccia per uso abitativo, come stanze, scale, vasche, grotte e forni.
Direzione Pietravalle, dove nell’immenso spazio della vallata si erge dominante una delle Morge. Alla Morgia si accede da un sentiero con tanto di tavoli dove fare picnick, ed è proprio lì che abbiamo pranzato con i nostri panini ripieni, all’ombra della Morgia di Pietravalle. Effettivamente, la struttura rocciosa è imponente, e ci si può salire fino in cima per ammirare le varie stratificazioni corrispondenti ai vari periodi geologici, entrando nelle cavità scavate dalla mano dell’uomo. L’atmosfera che si respira è avvolta dalla magia di ere lontane, e il silenzio che la avvolge fa davvero uno strano effetto. Sulla strada verso Frosolone, ultima tappa del nostro primo giorno molisano, ammiriamo lo spettacolo della Morgia di Pietracupa che si staglia proprio di fianco al campanile del piccolo borgo.
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Frosolone, la città dei coltelli
Arrivo a Frosolone nel tardo pomeriggio, la cosiddetta città dei coltelli, per la famosa produzione di coltelli e forbici di alta qualità. Per le vie di questo borgo in provincia di Isernia, è facile notare le vetrine piene di forbici e coltelli in esposizione delle botteghe artigiane che da secoli lavorano il ferro e l’acciaio. E a Frosolone non poteva mancare un museo dedicato alle lame, il Museo dei ferri taglienti, piccolo ma interessante, con un’area accessibile dedicata alla lavorazione delle lame.
Passeggiare per i vicoli di Frosolone è rilassante, ed è proprio bello ammirare le vetrine delle botteghe artigiane che mettono in mostra il meglio della produzione di coltelli e forbici: forbici da sarto e da barbiere finemente lavorati, coltelli di tutti i tipi e misure, da quelli tipici, a quelli da tavola, a quelli da collezione a scatto o a molla.
Il pomeriggio era quasi ormai terminato, e bisognava fare qualche chilometro per raggiungere il nostro agrialbergo, dove ci aspettava una cena a base di porcini, tartufo, ed ottima carne locale.
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Giorno 2: dai borghi di Campobasso al mare di Termoli
Il secondo giorno molisano parte con una eccezionale colazione a base di torte e marmellate fatte in casa, e poi subito via ad ammirare i bellissimi borghi in provincia di Campobasso, fino ad arrivare al mare di Termoli con il suo antico trabucco.
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Oratino e Civitacampomarano
Due borghi che sicuramente meritano una visita, sospesi nella tranquillità dei monti e delle valli del Molise.
Oratino è un piccolo borgo con meno di 1500 abitanti, circa 200 abitano la zona antica del borgo. La piazzetta con la fontana ha un ampio affaccio sulla vallata che toglie il fiato. I vicoli sono tutti in pietra con deliziosi angoli incorniciati da piante rampicanti e il campanile della chiesa si staglia come un guardiano su borgo. Nella piazza principale puoi trovare piccoli bar dove riposarti per un aperitivo.
Intrufolatici in un alimentari locale per gustare una focaccia ripiena di salumi e formaggi del posto, ci dirigiamo poi verso Civitacampomarano, un borgo piccolo piccolo di appena 340 abitanti. Il castello è la principale attrazione stroica del borgo (chiuso alle visite) e si trova proprio nella zona centrale. La parte antica del borgo è un dedalo di stradine in cui si alternano abitazioni rimesse a nuovo ed altre abbandonate, con piccole botteghe sparse un po’ alla rinfusa. Il borgo è caratterizzato da una serie di graffiti ed opere di street art in un progetto di rivalutazione e recupero della piccola comunità molisana chiamato CVTà Street Fest. Il borgo è molto silenzioso, e forse sarà l’ora di pranzo, ma le strade sono completamente deserte. Scambiamo due chiacchiere con un gentile signore che gestiva una specie di bar-associazione, il quale ci fornisce informazioni storiche e culturali sulla zona.
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Termoli, il castello e il suo antico trabucco
Primo pomeriggio e ci dirigiamo verso il mare. Destinazione Termoli, con in testa già l’idea di una cena a base di pesce. Termoli è una vera e propria cittadina di mare, con un corso principale ricco di negozi alla moda e una zona a traffico limitato che porta al castello, dedicata alla passeggiata e alla gastronomia. Un po’ caotica come ogni località di mare che si rispetti, trovato il parcheggio ci dirigiamo subito verso il mare, attraversando la zona a traffico limitato e fermandoci ad assaggiare uno strano gelato artigianale al gusto di pane e olio (!?). Caratteristica di Termoli è il borgo medievale e marinaro, chiuso dentro le antiche mura della città: su tutti i monumenti di interesse svetta il castello svevo, che si affaccia direttamente sul mare e alle cui spalle fa capolino un antico trabucco.
Arrivando dalla zona a traffico limitato, il castello si presenta proprio di fronte: il borgo antico si sviluppa intorno al suo perimetro, oggi diventato un insieme di piccoli e deliziosi appartamenti, ristoranti e botteghe. L’ampia piazza è sede della cattedrale, anch’essa realizzata in pietra calcarea dal caratteristico colore paglia, così come l’intero borgo. Dalle mura del castello si può osservare la grande spiaggia e il vecchio trabucco utilizzato in passato come metodo di pesca. Un trabucco è una struttura in legno di pino d’Aleppo formato da una cabina per la lavorazione del pescato e due lunghi bracci dotati di una rete che veniva calata in acqua e tirata su quando i banchi di pesci vi finivano dentro. Oggi i trabucchi non sono più utilizzati, e sono diventati patrimonio monumentale d’Italia.
Calata la sera, prima del rientro ci aspettava una fantastica cena di pesce proprio di fronte al castello svevo.
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Giorno 3: il ponte tibetano, il santuario dell’Addolorata e le cascate di Carpinone
Ultimo giorno molisano, questa volta all’insegna dell’avventura. Direzione Roccamandolfi per l’attraversata del ponte tibetano. Il tragitto fino alla nostra destinazione è uno spettacolo per gli occhi: le strade che si inerpicano lungo i fianchi delle montagne ci fanno scoprire piccoli borghi incastonati nella roccia, che si affacciano su vallate immense e verdi.
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Il ponte tibetano di Roccamandolfi
Il ponte tibetano si trova proprio sotto il castello longobardo di Roccamandolfi: un’opera di ingegneria e carpenteria che ti permette di camminare nel vuoto tra le pareti rocciose ed ammirare la vallata dall’alto. Una bella e forte esperienza per i coraggiosi e per chi non soffre di vertigini. L’attraversata del ponte tibetano porta direttamente ai piedi del castello, e c’è un sentiero che unisce i due estremi del ponte e che passa proprio sotto lo stesso, permettendoti di ammirarlo anche dal basso.
Proprio di fronte all’ingresso del sentiero che porta al ponte c’è un piccolo chiosco dove poter mangiare e bere qualcosa: l’attraversata può essere faticosa, meglio rifocillarsi.
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Castelpetroso e il santuario dell’Addolorata
Il travel plan della giornata prevedeva una veloce visita al santuario dell’Addolorata. La basilica, di stile neogotico e realizzata interamente in pietra locale, ha impiegato ben 85 anni dal 1890 per vedere la luce. Intorno al santuario si apre un grande spiazzale, ed anche il parcheggio ha dimensioni notevoli: infatti la basilica dell’Addolorata è luogo di pellegrinaggio per le apparizioni della Vergine verso la fine del 1800. Gli interni non sono sicuramente da menzionare, ma il colpo d’occhio degli esterni è davvero notevole. D’inverno la zona si riempie di neve: prova un po’ ad immaginare, con la neve non somiglia al castello di Frozen?
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La cascata di Carpinone
Per pranzo ci regaliamo un abbondante pasto con primi a base di porcini e tartufo, decine di antipasti buonissimi, e la lingua di vitello gentilmente offerta dallo chef! Con la pancia piena e lo spirito ristorato dall’ottima cucina molisana. ci siamo messi in cammino per raggiungere la cascata di Carpinone. Anche Carpinone è un delizioso borgo, con le sue strette vie in salita, ed una piccola piazza dalla struttura irregolare. Il percorso per la cascata non è eccessivamente impegnativo, ma sicuramente richiede impegno ed un po’ di tempo disponibile. La cascata compare come per magia in una piccola gola e forma un laghetto naturale quasi fiabesco. I sentieri sono segnalati con cartelli in legno ed hanno passamano che permettono una più agevole passeggiata anche nei punti più impervi. Sia il percorso naturalistico che la cascata sono molto caratteristici, e sicuramente la visita a questo luogo è da inserire nell’itinerario.
Il tempo di bere qualcosa di fresco al bar della piccola piazza di Carpinone, e ci rimettiamo in viaggio verso casa. L’esperienza molisana è stata davvero interessante, ma è tempo di rientrare alle nostre vite, sicuri che ben presto torneremo nel bellissimo Molise.
Se il Molise non esiste, allora abbiamo attraversato un luogo magico e fantastico. Una bellissima scoperta, a pochi chilometri da casa nostra, che merita di diventare un luogo di cultura e vacanze della nostra bellissima Italia.